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Processo Visivo

L'OCCHIO

L’occhio è l’organo che permette il fenomeno della visione.
La sua struttura è simile a quella di una macchina fotografica.
La luce attraversa due strutture principali: il segmento anteriore e il segmento posteriore.

L’occhio ha una forma sferica ed è protetto da tre tuniche fibrose che dall’esterno verso l’interno, sono:
la sclera, la coroide o uvea, la retina

Da: Emiliano Ghinelli, Appunti di Oftalmologia, 1999 – Roma

IL SEGMENTO ANTERIORE

Il segmento anteriore è formato da una serie di strutture di lenti naturali, che sono in sequenza il film lacrimale, la cornea, l’umor acqueo, iride e pupilla, il cristallino.

IL FILM LACRIMALE

Le lacrime sono una parte importante dell’occhio: lubrificano la cornea e garantiscono una visione corretta. Inoltre proteggono l’occhio da infezioni grazie al loro potere antisettico e all’azione di detersione attraverso il movimento continuo delle palpebre (ammiccamento). Prodotte dalla ghiandola lacrimale principale, sono eliminate attraverso le vie lacrimali nel naso.

LA CORNEA

È una potente lente naturale posta anteriormente ed è la seconda struttura che la luce incontra.

La sue trasparenza e la sua forma più o meno sferica son fondamentali per una visione corretta. Il potere normale in genere è di circa 43 diottrie.

È priva di vasi ma ricchissima di fibre nervose. Anteriormente è bagnata continuamente dal film lacrimale mentre posteriormente è nutrita dall’umore acqueo. La cornea ha uno spessore di circa 5.5 mm ed è composta dall’esterno all’interno da 5 strati:

  • epitelio pavimentoso (stratificato)
  • membrana di Bowmann
  • stroma
  • membrana di Descemet
  • endotelio

Traumi o infezioni possono causare la formazione di opacità permanenti (leucomi) di questa lente naturale, che perdendo la trasparenza limita la visione.

L'IRIDE

L’iride è la parte più anteriore dell’uvea. Dà il colore ai nostri occhi e forma un piccolo foro centrale di ampiezza variabile da 2 a 8 mm, la pupilla. L’iride è composta da uno stroma, un foglietto pigmentato posteriore, da vasi e da due muscoli: il muscolo radiale (dilatatore) ed il muscolo sfintere (costrittore) dell’iride. Può essere chiara (dal blu al verde) o bruna (dal marrone al nero) ma in realtà la sua colorazione dipende sia dalla quantità di pigmento che da fenomeni ottici di riflessione e di diffrazione della luce nel suo stroma irideo.

Nelle iridi chiare poco pigmentate la luce passa fino agli strati profondi dove viene riflessa assumendo un colore chiaro. Al contrario, nelle iridi brune, ricche di pigmento, la luce non penetra fino agli strati profondi e non viene riflessa né diffratta.

Allargandosi o restringendosi a seconda della quantità di luce, la pupilla funge da diaframma regolando la quantità di luce che deve raggiungere la retina. Dietro l’iride c’è il cristallino.

IL CRISTALLINO

Il cristallino è una lente convergente biconvessa che converge i raggi luminosi sulla retina.Modificando la sua curvatura, il cristallino aumenta o diminuisce il suo potere di convergenza. Questa proprietà, meglio conosciuta come accomodazione, è regolata da un insieme di fibre muscolari disposte intorno al cristallino chiamato “corpo ciliare”. Con il passare degli anni, cristallino e corpo ciliare perdono il potere di accomodazione e questo  graduale e naturale processo porta alla presbiopia. Inoltre è possibile la comparsa di opacità del cristallino che disturbano la visione (cataratta).

IL SEGMENTO POSTERIORE

Il segmento posteriore è formato dal corpo vitreo e dalla retina.
Costituisce la parte sensibile dell’occhio ove inizia il complesso fenomeno della “visione”. Lo stimolo luminoso, infatti, colpisce alcune cellule della retina (recettori) le quali inducono una complessa reazione chimica.
Altre cellule specializzate (neuroni) diffuse su tutta la superficie retinica si riuniscono nel nervo ottico trasmettendo al cervello uno stimolo nervoso che a livello della corteccia posteriore determina il “miracolo” della visione.

Da: Emiliano Ghinelli, Appunti di Oftalmologia, 1999 – Roma

IL CORPO VITREO

  • Il vitreo è una gelatina trasparente contenuta nella cavità vitreale.

    Riempie lo spazio compreso fra il cristallino e la retina, mantenendo la forma, la trasparenza e la consistenza del bulbo oculare.

    La sua trasparenza è importante per una visione nitida a tutte le distanze.

    Una torbidità del vitreo come conseguenza di processi infiammatori o emorragici può compromettere seriamente la capacità visiva.
    Con l’invecchiamento il vitreo perde la sua consistenza, si distacca e può fluttuare nella cavità vitreale.

    I sintomi del distacco acuto del vitreo sono la comparsa di corpi mobili spesso associati a lampi di luce. In questi casi è imperativo un esame del fondo dell’occhio mirato alla ricerca di eventuali rotture retiniche che, in certi casi, possono condurre al distacco di retina.

LA RETINA

La retina, simile ad una pellicola fotografica, riveste la superficie interna del globo oculare. È una sottile membrana trasparente suddivisa in due aree:
un’area centrale chiamata macula che contiene la fovea centrale, ricca di coni;
un’area media e periferica, dove prevalgono le cellule dei bastoncelli, che serve a mediare la visione crepuscolare e notturna.

Dopo aver attraversato la cornea, la camera anteriore, la pupilla, il cristallino e il vitreo, i raggi luminosi vengono fatti convergere sulla retina ed in particolare in quella piccolissima area chiamata fovea centrale: una struttura altamente specializzata che presiede, alla massima acuità visiva per lontano e per vicino, alla percezione dei colori e alla sensibilità al contrasto.

Nella retina iniziano i meccanismi più complessi della visione.

La luce passa l’intero spessore della retina e colpisce i fotorecettori.

I fotorecettori sono essenzialmente di due tipi:

  • i coni, più corti, localizzati quasi esclusivamente nella parte centrale della retina (area maculare), sono specializzati alla visione in condizioni di alta luminosità e traggono contatti diretti con uno strato di cellule neuronali deputate alla trasmissione dell’impulso visivo; i coni sono deputati alla visione diurna, a quella dei colori e del contrasto.
  • i bastoncelli, di forma più allungata, sono molto più numerosi dei coni e risiedono maggiormente nella parte periferica della retina.

Sono specializzati a raccogliere stimoli luminosi di bassa intensità e quindi sfruttati nella visione in condizioni di scarsa luminosità.

Lo strato più esterno della retina, quello a contatto con la coroide, è chiamato Epitelio Pigmentato Retinico (EPR). Questo è un vero è proprio schermo perché impedisce alla luce il propagarsi agli strati sottostanti. Oltre ad avere questo effetto schermo è di fondamentale importanza negli scambi metabolici tra i fotorecettori (coni e bastoncelli) e la coroide sottostante. La sua integrità è, quindi, condizione essenziale per il buon funzionamento del complesso equilibrio retinico.

Infatti, molte patologie retiniche vedono interessato proprio questo strato.

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