LA SINDROME DELL’OCCHIO SECCO
In Italia ne soffre oltre il 25% della popolazione ed è in costante aumento, complice anche il nostro stile di vita e l’ambiente in cui viviamo. Si dice sindrome dell’occhio secco (DES, Dry Eye Syndrome) o Sindrome da Disfunzione del film lacrimale (Tear Dysfunction Syndrome).
È un disturbo che all’inizio causa una serie di fastidi, come arrossamento, bruciore, sensazione di corpo estraneo e sensibilità alla luce, che spesso interpretiamo come circostanza passeggera dovuta a stanchezza e stress. In realtà questi sintomi, se frequenti, non vanno trascurati perché la sindrome da occhio secco è una patologia a tutti gli effetti e con il tempo può aggravarsi, con conseguenze anche irreversibili sulla capacità visiva e sulla normale fisiologia dell’occhio e finiamo col dipendere da gocce artificiali e colliri che con il tempo diventano meno efficaci.
FATTORI DI RISCHIO E DI PREDISPOSIZIONE
I fattori di rischio e di predisposizione alla sindrome dell’occhio secco sono molteplici e di varia natura: fisiologici, patologici, legati al nostro stile di vita ed anche all’ambiente.
Ecco i più noti:
- l’età, soprattutto dopo i 50 anni e nelle donne, per un fattore legato allo squilibrio ormonale
- utilizzo di lenti a contatto (la sindrome insorge nel 50% dei casi)
- congiuntiviti allergiche, blefariti e infiammazioni croniche, pregresse infezioni
- malattie metaboliche, ipotiroidismo, ipertiroidismo, artrite reumatoide
- degenerazioni della cornea congenite o acquisite
- interventi di chirurgia oculare
- alcuni tipi di farmaci
- fumo (30% dei casi, le fumatrici rischiano 4 volte tanto)
- eccessivo uso di cosmetici per gli occhi
- botulino per fini estetici
- ambiente e clima: smog, prolungata esposizione al sole, insufficiente umidità negli ambienti chiusi, polvere
- prolungato uso del computer: oltre al “microclima” che si crea intorno al device, la concentrazione e la postura che adottiamo ci inducono a sbattere di meno gli occhi e quindi non garantiamo una adeguata lubrificazione ai nostri occhi
- abuso di smartphone (sembra curioso, ma il collo piegato in avanti altera l’apertura palpebrale e di conseguenza la fisiologia del film lacrimale).
DIAGNOSI E CURA: LA LUCE PULSATA, IL PROTOCOLLO EYE-LIGHT
La diagnosi di occhio secco va fatta dal medico oculista, che valuterà il piano terapeutico più adeguato. La Luce Pulsata (IPL) è il dispositivo di ultima generazione per la cura dell’occhio secco. Si basa sul calore trasferito dalla luce policromatica alle ghiandole di Meibomio, per ammorbidire e ridurre la trombosi vascolare che impedisce la corretta secrezione.
Il protocollo EYE-LIGHT per il trattamento della sindrome da occhio secco si basa su due tecnologie brevettate per ottimizzare l’energia della luce e del calore: OPE Optimal Power Energy (IPL) e LM Light Modulation LLT.
Rispetto alla classica tecnologia a luce pulsata, le lunghezze d’onda della luce emessa e le energie sono sfruttate al 100% nel rispetto del metabolismo delle cellule esposte.
Grazie alla sinergia delle due tecnologie, le ghiandole di Meibomio riprendono a produrre i lipidi necessari alla normale fisiologia del film lacrimale.
Il trattamento è assolutamente indolore, dura pochi minuti e in molti casi si comincia ad apprezzare un miglioramento dei sintomi già dopo poche ore.
Il protocollo prevede da 2 a 4 trattamenti a distanza di 15/20 gg.
La tecnologia di EYE-LIGHT consente di abbinare alla cura dell’occhio secco applicazioni accessorie di natura estetica, per il benessere cutaneo e antiaging (contorno occhi, trattamento delle rughe di espressione).
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